I Borghi dell’entroterra salentino: alla scoperta di Galatina

11 Apr

I Borghi dell’entroterra salentino: alla scoperta di Galatina

A circa 20 km da Lecce sorge il borgo di Galatina, situato nel cuore del Salento abitato sin dall’epoca pre-romana. Fino all’unità d’Italia era conosciuto come Sancti Petri in Galatina, in quanto si racconta che qui San Pietro sostò nel suo viaggio verso Roma.

Alla scoperta di Galatina

L’antica cinta muraria di Galatina vedeva la presenza di ben 5 porte d’ingresso, di cui ora ne restano solo tre: la settecentesca Porta dei Cappuccini, attraversata dai monaci diretti al Monte della Pietà, la Porta Luce, dal nome del santuario dedicato alla Madonna della Luce, ed infine la Porta San Pietro sovrastata dalla statua del santo.

Un viaggio nel centro storico di Galatina dai vicoli lastricati in pietra viva, consente di scoprire i suoi eleganti edifici nobiliari quali Palazzo Orsini e Palazzo Baldi, antica sede del vescovo quando era in visita a Galatina e ricco di cisterne, passaggi segreti e suggestive volte affrescate.

Da vedere poi la facciata del Palazzo del Sedile, dove in passato veniva amministrata la giustizia: è infatti presente un cartiglio rinascimentale realizzato in pietra leccese con impresse le effigi di alcuni sindaci della città.

Le Chiese di Galatina

La chiesa madre del borgo è dedicata ai Santi Pietro e Paolo e spicca per la sua facciata tardo-barocca in pietra leccese, ma è la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ad essere il gioiello di Galatina.

Risale a fine ‘300 ed è un mix di stili gotico e romanico pugliese: i veri gioielli però sono custoditi all’interno e vanno dagli splendidi cicli pittorici rappresentanti ad esempio la Genesi, l’Apocalisse e la vita della Santa Caterina, alle sacre reliquie della stessa: all’interno della chiesa è infatti presente un dito della santa pare staccato dai denti di Raimondo Orsini Del Balzo in pellegrinaggio sul monte Sinai.

Come non menzionare poi la Chiesa di San Paolo del XVIII dove le donne morse dalle tarantole venivano portate per chiedere la guarigione per intercessione del santo: da qui il fenomeno salentino della Taranta.

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