Abbazia Santa Maria di Cerrate

abbazia santa maria di cerrate
12 Giu

Abbazia Santa Maria di Cerrate

Chi organizza una vacanza a Lecce, oltre a visitare le bellezze del suo incantevole centro storico, non può non raggiungere la vicina Abbazia di Santa Maria di Cerrate. Si tratta di un luogo assai suggestivo, dove storia e leggenda si fondono, regalando ai visitatori la possibilità di ammirare in tutto il suo antico splendore uno dei più bei gioielli romanici presenti in Salento. Sorge lungo la strada romana che dall’antica Lupiae portava ad Otranto ed è oggi gestita dall’ente FAI.

Abbazia di Santa Maria di Cerrate: cenni storici

La leggenda narra che la chiesa sia stata costruita dopo che Tancredi d’Altavilla ebbe una visione, durante una battuta di caccia, della Vergine Maria tra le corna di un cervo all’interno di una grotta, dal quale poi ne è derivato il curioso nome.

Dal punto di vista storico, l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate risale al XII secolo, quando si insediò un gruppo di monaci greci in fuga dalle persecuzioni in atto a Bisanzio. I religiosi qui si dedicarono alla fervente preghiera, allo studio e alla lettura.

Nel 1531 passò sotto il controllo del napoletano Ospedale degli Incurabili, grazie al quale crebbe fino a trasformarsi in masseria. L’invasione turca del 1711 portò l’abbazia a un lento decadimento, fino al XIX quando la struttura fu recuperata e restaurata dall’architetto Franco Minissi.

Lo stile romanico domina l’esterno dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, con la facciata plasmata nella bianca pietra leccese, un rosone centrale e tre caratteristici archetti pensili. Il portale, incastonato tra due colonne con tanto di capitelli zoomorfi, è impreziosito da bassorilievi raffiguranti un monaco orante e scene del Nuovo Testamento.

Cosa vedere all’interno dell’Abbazia

L’Abbazia di Santa Maria di Cerrate ha tre navate e, avendo un impianto basilicale, non ha alcun transetto. È bellissimo il ciborio del XIII secolo che occupa l’altare maggiore, ma a colpire maggiormente i visitatori sono gli affreschi di evidente stampo bizantino. Quelli più antichi occupano l’abside e gli archi, mentre quelli più recenti adornano le pareti della chiesa. In essi sono raffigurati i santi, la Madonna bambina, Sant’Anna, i monaci e San Gioacchino.

Molti degli affreschi qui rinvenuti sono stati letteralmente prelevati e si trovano oggi esposti nel Museo delle Tradizioni Popolari Salentine, sito a due passi dalla chiesa, assieme ad arredi sacri, oggetti di vita domestica e ricostruzione degli ambienti che offrono ai visitatori uno spaccato di vita passata in questo angolo di Puglia.

Una visita all’Abbazia comprende anche una tappa ai frantoi ipogei, dove si macinavano le olive (sono ancora oggi visibili la macina e la vasca originarie), al mulino, al forno dove si produceva il pane e soprattutto al Pozzo Ornamentale. Questo è stato realizzato nel XVI secolo e si trova vicino all’elegante porticato sito a un lato dell’Abbazia.

Staff Porto Selvaggio