Cosa sono i Dolmen e i Menhir del Salento?

Dolmen e Menhir del Salento
29 Ago

Cosa sono i Dolmen e i Menhir del Salento?

Contemporaneamente alle prime comunità, organizzate in forme di tipo stanziale e dedite alla cura del bestiame e della terra, nasce nell’uomo la necessità di concepire un’eternità che lo svincoli dalla fatalità della morte.

D’altronde se in natura esiste una legge primaverile che consente la rinascita delle forme arboree perché deve toccare a lui un destino più amaro? L’immagine di un aldilà dove le anime dei cari defunti trovano rifugio, e dal quale possono assistere chi tribola in questa vita, diventa per vie diverse sempre più comune, come diventa un’abitudine sempre più radicata quella di ricordare i defunti con delle tombe, e dialogare con chi governa l’aldilà. La presenza numerosa di Dolmen e Menhir nel Salento soddisfa proprio questa esigenza.

Un ponte verso l’aldilà ed i defunti

La struttura della tomba, nelle Ere che segnano lo sviluppo della razza umana, si sviluppa secondo usi e credenze varie, fino a diventare un monumento che rappresenta la volontà tutta umana di dialogare, anche attraverso i propri cari, col cielo e i suoi abitanti.

Le ragioni sono diverse, ma la volontà del contatto è costante e porta nel tempo alla costruzione di edifici particolari, che hanno il compito di assolvere a questa funzione. I Dolmen presenti sul territorio salentino hanno probabilmente questo significato, e la concentrazione di essi su questo territorio dimostra che il Salento sia stato come pochi la culla di uno dei momenti fondamentali dello sviluppo della nostra civiltà.

Un dito al cielo in contatto con gli dei

Altro senso sembrano avere i Menhir anch’essi presenti sul territorio salentino a svettare prepotenti verso il cielo.

Si pensa siano dei monumenti dedicati alle divinità, col doppio significato di rappresentare per il popolo un luogo di contatto con gli dei da invocare bene-auguranti, e per i più colti sacerdoti un punto ben calcolato capace di raccogliere e veicolare energie astrali. Comunque sia la loro forma megalitica li fa appartenere più alle tipologie sacre e divine che a quelle reverenziali dei defunti.

Una Stonehenge salentina?

Il condizionale è d’obbligo, ma se per tanti anni si è considerati Dolmen e Menhir come fratelli minori dei megaliti di Stonehenge, quasi se ne fosse importata anche la cultura, oggi è sempre più accreditata l’ipotesi che essi appartengano ad una cultura indigena, dato soprattutto il numero e la concentrazione, notevole se si considerano anche quelli distrutti dalla bonifica agricola.

Da non perdere una visita al Giardino Megalitico di Giurdignano, dove è possibile intraprendere un percorso suggestivo alla scoperta di queste opere megalitiche.

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